mercoledì 27 gennaio 2010

Giorno 15

E come avevo accennato, ieri mi sono messa all'opera e aiutata da due baldi giovani (uno giovane, uno vicino alla terza età - Sergi e Ele) ho vagliato varie opportunità per uscire da quest'apatia che mi accompagna ormai da giorni. Tra idee come diventare vegetariana per un anno, imparare a suonare uno strumento, riuscire a far crescere una pianta (sono l'unica persona al amondo che è riuscita a far morire anche una pianta grassa), andare a vedere tutti i film che usciranno al cinema per un anno e altre varie cose, alla fine ho deciso di ripercorrere la strada della mia amata Julie Powell. Magari è vero che avere uno scopo nella vita che mi tenga impegnata giorno dopo giorno potrebbe riuscire a scuotermi un pò. Poi bisogna sempre vedere se riesco a mantenere il tutto fino alla fine, ovvio. Però in effetti potrebbe aiutarmi, avrei una cosa da pensare ogni mattina quando mi alzo, potrei non sentirmi completamente inutile, potrei avere davvero uno scopo. Per quanto stupido sia. Ma mi serve, per non sprofondare nel baratro, quello dove sono sprofondata tempo fa, quello dove da una parte non vorrei più tornare ma che purtroppo continua a esercitare su di me un certo fascino... ma sto un pò divagando. Non voglio ricadere nella depressione e avere un progetto, una sfida, un'occupazione, bè, spero che mi aiuti.
Io ovviamente devo sempre fare le cose in grande. Non mi basta un semplice libro di cucina. No, io devo prendere la bibbia. La bibbia della cucina francese, quella che anche Allan Bay cita come 'il suo maestro: leggendo mi sono messo a cuinare'. Qual'è il libro? L'arte della cucina moderna di Henri-Paul Pellaprat. 3000 raffinate ricette alla portata di tutti. 3000, si, avete capito bene. Dopo le conto per esserne sicura. Mi manca un termine. Se qualcuno ha dei suggerimenti può anche farsi avanti perchè io non ne ho la più pallida idea.
E dopo un altro pomeriggio di shopping con i due baldi giovani ho inaugurato il capitolo degli antipasti.

La prima ricetta è stata abbastanza shoccante soprattutto per Sergi che odia le acciughe: Acciughe alla moda di Nimes.


A parte il fatto che io non ho ancora capito che differenza c'è tra acciughe e alici (sono due pesci diversi? Mah...), sono stata per 10 minuti fissa davanti allo scaffale pieno di barattolini a cercare di capire come mai la stessa quantità di pescetti potesse costare 80 centesimi così come 6,70 euro. Ovviamente ho scelto una bella via di mezzo da 1 euro. Arrivata a casa le ho sistemate in un piatto, ho bollito un uovo e ho messo il tuorlo tritato sopra le acciughe. Et voilà! In realtà la ricetta prevedeva anche di guarnire il tutto con 'fettine di barbabietole', il piccolo problema è che qui non è che si trovano come i pomodori. Quindi per stavolta niente barbabietola, sempre per la gioia di Sergi che odia tutto ciò che non è una bistecca.
Domani tocca al brodo di carne... Bè, un bel brindisi con un bel Cabernet Sauvignon.
Cin cin per festeggiare l'inizio del mio nuovo progetto che in onore di Julie Powell potrei ribattezzare The Fra/Pellaprat Project! Buona fortuna a me!

2 commenti:

  1. Buon progetto allora... E ricordati, datti un primo termine di 21 giorni... Si dice che quando porti avanti un progetto e sei costante per tre settimane, il tutto diventa poi un'abitudine irrinunciabile ;-)

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  2. faccio il tifo per teeee!!!
    io ho le barbabietole e non ho le acciughe... mi sa che non posso copiarti la ricetta... ma alla fine era buona? mii sembra strana... :-)

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